Esplorando "Cercando Alaska": Alla ricerca del Grande Forse
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Esplorando "Cercando Alaska": Alla ricerca del Grande Forse |
By Francesca Silvia Aversano
"Cercando Alaska" è il romanzo d'esordio di John Green, autore acclamato per opere come "Città di carta" e "Colpa delle stelle", pubblicato nel marzo del 2005. Il protagonista di questa storia è Miles Halter, un sedicenne introverso ossessionato dalle ultime parole pronunciate da personaggi famosi prima di morire. La sua passione lo porta a divorare biografie alla ricerca del significato di quelle parole. In una di queste letture, Miles scopre il concetto del Grande Forse, un'idea che lo spinge a intraprendere un viaggio inedito: trasferirsi a Culver Creek per studiare in un nuovo ambiente.
Nella scuola, Miles stringe subito amicizia con tre ragazzi straordinari: Chip Martin, soprannominato "il colonnello", il suo coinquilino e presto suo miglior amico; Takumi Hikohito; e Alaska Young. Alaska viene descritta come una ragazza intelligente, simpatica, pazza e straordinariamente bella. La sua bellezza è quasi eterea, mentre la sua personalità rappresenta l'essenza umana in tutte le sue sfaccettature.
Il romanzo, ambientato in un mondo di adolescenti, si sviluppa intorno a quattro giovani che vivono la vita tra sigarette, alcol e scherzi. I temi principali iniziali ruotano attorno all'amicizia e all'amore, in particolare il sentimento che Miles inizia a provare per Alaska. Tuttavia, è importante notare che questo amore sembra essere legato all'immagine superficiale di Alaska, solo nei momenti di felicità, spensieratezza e spirito vivace. Quando Alaska diventa meno presente anche a se stessa, Miles si aggrappa all'idea di lei, che si rivela alla fine essere solo un'illusione.
È nella seconda parte del libro che i temi, profondi sin dall'inizio, si fanno più intensi, trascinando il lettore in un vortice di emozioni condivise dai personaggi stessi. Se l'obiettivo dell'autore era quello di esplorare l'umanità, si può affermare che vi è riuscito in pieno. Cosa c'è di più umano dell'empatia?
Il romanzo ci insegna che dobbiamo essere presenti nella nostra vita, perché nella morte questa possibilità ci è negata. Dobbiamo goderci ogni istante, poiché quando il tempo si esaurirà, non avremo più nulla. Troppo spesso, le persone sprecano le proprie energie per costruire il mondo che dovrebbe essere, dimenticandosi di ciò che realmente desiderano che sia. È importante riconoscere che la vita in sé è un dono, e mantenerla è un dono ancora più grande. Troppo spesso ci concentriamo su problemi apparentemente enormi senza rendersi conto che il vero problema è raggiungere un punto in cui questi problemi non esisteranno più. Dobbiamo vivere per esistere e trovare il piacere nella vita stessa. "Cercando Alaska" ci suggerisce che dobbiamo vivere al massimo la nostra unica opportunità di farlo, essere presenti in ciò che siamo e in ciò che ci circonda, poiché quando il presente diventa passato, svanisce anche il desiderio di ciò che avremmo voluto e che mai più potremo avere.
In secondo luogo, il libro mette in evidenza che influenze positive non possono cambiarci se dentro di noi c'è radicata la negatività. Non sono solo le influenze negative a definirci; è la negatività che alberga in noi stessi. Allo stesso modo, se portiamo positività dentro di noi, l'influenza negativa esterna avrà meno potere su di noi, poiché solo noi abbiamo il potere di decidere chi vogliamo diventare. Niente di buono può salvarci da noi stessi, ma allo stesso tempo, niente di cattivo può distruggerci se non lo permettiamo. Abbiamo universi interi all'interno di noi, ma spesso fuggiamo da questa verità cercando di riempire il vuoto con le altre persone. Tuttavia, la realtà è che l'unica persona che può apportare un cambiamento significativo siamo noi stessi.
In "Cercando Alaska", John Green ci offre un'affascinante esplorazione dell'adolescenza, dell'amicizia e dell'amore, spingendoci a riflettere sulla profondità della vita e sul potere di essere presenti in ogni momento. Il romanzo ci ricorda che, nel nostro viaggio, dobbiamo cercare il Grande Forse in noi stessi, nelle nostre emozioni e nelle nostre scelte, poiché è lì che troveremo il significato più profondo della vita. Questa opera rimane un tocco di saggezza, una guida per l'anima che ci invita a vivere la nostra unica opportunità al massimo, abbracciando tutto ciò che siamo e tutto ciò che potremmo diventare.